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LA PORTA DELL'ANIMA

MEDITAZIONE DI DANIELE PICCINELLA 

 “Poi Gesù, entrato nella casa di Pietro, vide che la suocera di lui era a letto con la febbre………” ( dal vangelo di Matteo capitolo 8). 

 

Una donna a letto con la febbre, 2000 anni fa circa, rappresentava un essere umano in fin di vita. Oggi, grazie alla ricerca scientifica, i classici stati febbrili da influenza vengono curati in pochi giorni, ma un po’ di anni fa, ed ancora oggi, in molte parti del mondo, avere un innalzamento repentino della temperatura corporea rappresentava lottare tra la vita e la morte.

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La donna che viene citata nel vangelo è  la suocera di Pietro, uno dei discepoli di Gesù e protagonista importante nella storia delle origini della chiesa.

Non sappiamo da quanto tempo questa donna era affetta da febbre e se già erano state apportate delle cure mediche; quello che di certo possiamo immaginare è la disperazione, il senso di impotenza e il dramma familiare che aleggiava in quella casa.

Viviamo la nostra vita quotidiana sperando che tutto possa scorrere nel modo giusto e ci auguriamo che nulla di improvviso possa modificare le nostre abitudini e il nostro modo di vivere. Quando, però, come fulmini a ciel sereno, arrivano notizie spiacevoli, eventi indesiderati e problemi a cui non abbiamo soluzioni immediate, allora cadiamo nello sconforto.

Una grave malattia, la perdita del posto di lavoro, la lotte familiari, sono problemi che ci scuotono, che ci fanno rendere conto della fragilità della nostra vita e dei nostri equilibri. Molto spesso, non si è angosciati per la mancata soluzione al problema, ma si cade in uno stato di depressione perché, proprio nei momenti più difficili, ci sentiamo soli, non abbiamo dei riferimenti e non sappiamo con chi condividere il nostro peso.

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In una società frenetica come la nostra, dove il correre rappresenta l’atteggiamento tipico dell’essere umano, è facile trovarsi da soli in un momento di difficoltà, perché nessuno può fermarsi, nessuno può dedicare il proprio tempo a noi o alla nostra situazione; tutti hanno da fare, tutti sono impegnati, tutti hanno i loro problemi da affrontare.

Milioni di messaggi scambiati, ogni giorno, su WhatsApp, migliaia di contatti attraverso i social, non riescono a colmare la solitudine che proviamo nei momenti più difficili della nostra vita.

Anche la famiglia di Pietro, forse, si trovava in questo stato. Cosa fare? A chi rivolgersi? Dove versare le tante lacrime di tristezza?

Qualcuno ha scritto che, spesso, l’essere umano, quando si trova in uno stato di disperazione, tende a chiudere “la porta della propria anima”. Così non è stato, però, per la “porta della casa di Pietro”, che invece si aprì alla visita di Gesù!

La storia continua e questi sono i versi conclusivi: “ed Egli (Gesù), le toccò la mano e la febbre la lasciò. Ella si alzò e si mise a servirLo".

Quella famiglia, in quel giorno, non si fece scappare la grande occasione della loro vita: la visita privata, personale e determinate di Gesù Cristo.

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Forse nessuno ha la soluzione per il tuo problema, ma hai la possibilità di poter “affidarti” ad un amico vero; hai l’opportunità di far entrare nella tua vita Colui che ha dato la Sua vita per te. Sapere su chi affidarsi, di chi fidarsi è qualcosa di meraviglioso.

Non ci sono percorsi da fare, liturgie da seguire…….basta fare una cosa semplice: aprire il proprio cuore e far entrare Cristo Gesù.

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