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Il "vero" peccato

MEDITAZIONE DI NELLO FARESE
MANCARE
IL
BERSAGLIO

Oggigiorno la parola “peccato” è diventata antiquata per la società in cui viviamo e, ogni volta che vi sono comportamenti sbagliati, vengono giustificati con la libertà d’espressione. Spesso, il peccato, viene associato ad atti come: il rubare, l’uccidere o altri atti malvagi. Si fanno anche delle classifiche per determinare quale sia il più grave; ciò porta spesso l’uomo a sentirsi a posto con la coscienza, in quanto tendenzialmente ci si confronta con altri uomini che hanno compiuto atti più gravi. Senza tenere in alcun conto Dio. Ma se ci rifacciamo alla Bibbia, la parola di Dio, scopriremo di non essere a posto come potremmo pensare. Infatti, nella lettera ai Romani 3:23, possiamo leggere che “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. Quindi, se pensavi che tutto questo non ti riguardasse, mi spiace informarti che non è così. Ma non prenderla sul personale, in quanto tutti siamo peccatori; tu che stai leggendo, le persone che sono sedute accanto a te, i tuoi cari a cui vuoi bene ed anche io che sto scrivendo.

A questo punto è lecito chiedersi: cos’è il peccato? Il termine peccato significa, in parole povere, “mancare il bersaglio” o, se vogliamo dirlo in altre parole, “fallire lo scopo”. E quale sarebbe lo scopo in cui abbiamo fallito? Forse hai sempre creduto che bastasse essere un cittadino onesto, rispettoso delle regole, realizzarsi con un buon lavoro e formare una famiglia. Tutte queste cose sono giuste ed anche buone, ma Dio ti ha creato per ben altro.

Nei primi capitoli della Genesi viene descritto come Dio creo il mondo, tutto ciò che contiene e la sua opera d’arte: il genere umano. Opera d’arte? Si, in quanto Dio disse: “facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”. Se pensiamo solo a queste parole, possiamo intuire l’importanza dell’uomo per Dio rispetto al resto del creato, perché Dio aveva il desiderio di avere un legame particolare con l’umanità.

Dio ha da sempre amato l’uomo e gli ha dato la libertà di scegliere, inoltre gli affidò il luogo in cui lo aveva posto (Genesi 2:15-17) e gli diede delle raccomandazioni.

 

In seguito, in Genesi 3:1-6 possiamo leggere di come il rapporto tra Dio e l’uomo si rovinò, proprio a causa del peccato. In molti tendono a giustificare il comportamento di Adamo ed Eva, sostenendo che gli standard di Dio fossero troppo elevati, ossia si aspettava troppo da esseri imperfetti. Deliberatamente l’uomo scelse di peccare e ciò comportò delle conseguenze. Tutto questo avvenne in un ambiente ideale per l’uomo, in Eden, dove i nostri progenitori avevano un ruolo preminente, dove erano in comunione con il Creatore. Quindi, anche le teorie che tendono a giustificare l’uomo a causa delle circostanze, non hanno fondamento. Concludendo, escludere Dio dal proprio cuore, dalla propria vita, dai propri progetti è “mancare il bersaglio”, ovvero peccare, con tutto ciò che ne consegue.

Caro amico\a che hai letto questa meditazione, forse ti sei reso conto che non sei così a posto come credevi, o hai riconosciuto che delle tue azioni sono peccato davanti a Dio o, ancor più semplicemente, ti sei reso conto di aver escluso Dio dalla tua vita. Devi sapere che la tua anima è in pericolo; com’è scritto in Romani 6:23, “il salario del peccato è la morte…”, ma nel proseguo del verso abbiamo la soluzione provveduta da Dio stesso, “…ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”. La conseguenza del peccato è il giudizio di Dio, ma Cristo Gesù, l’agnello senza macchia, sulla croce si è caricato di tutti i peccati dell’umanità ed ha pagato al posto di ogni peccatore che riconosce il Suo sacrificio espiatorio. A tutti quelli che credono in Lui, Dio dona il perdono dei peccati e la vita eterna. Tutto ciò che devi fare è riconoscere ed accettare che Egli è morto al tuo posto per i tuoi peccati e donargli il tuo cuore. Potresti pensare di non meritare questa grazia che Dio vuole regalarti e che tu non possa riceverla, ma “in questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Giovanni 4:9-10).  

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